
“Siamo felici di avervi portati con noi a fare una passeggiata tra le nuvole”
Recitava così una delle hostess che ci ha accompagnati sul nostro volo diretto a Pantelleria.
Ed è proprio di questa splendida isola che voglio parlarti. Nonostante tutti dicano che “Pantelleria è un’isola difficile”, in realtà credo si tratti solo di un gioco di equilibri, dove il segreto sta nel capire quali sono i nostri limiti per poterla vivere al meglio.
Per il nostro soggiorno abbiamo scelto un dammuso con piscina, la tipica abitazione pantesca con cupola bianca, eredità degli Arabi, che conquistarono l’isola nell’anno 845.
Una struttura in pietra lavica, frutto dell’ingegno umano, costruita in modo tale che l’aria calda confluisca in alto, e gli ambienti interni rimangano freschi.
La scelta perfetta per la nostra vacanza a Pantelleria, visto che ci siamo ritrovati immersi nella vegetazione e abbiamo vissuto appieno l’atmosfera dell’isola.
Il nostro dammuso, Corte Pantesca I, aveva due camere da letto, due bagni, una cucina e una zona living, oltre a una doccia esterna che ho amato particolarmente.
Splendida poi la piscina condivisa con l’altro dammuso, Corte Pantesca II, in cui soggiornavano i miei genitori. E quando il mare è particolarmente mosso o la gente è troppa, la piscina ti aiuta a rinfrescarti, regalandoti una pace che faticheresti a trovare altrove.

Se invece vuoi scoprire Pantelleria in modo autentico, ma senza rinunciare a nessun comfort, il Pantelleria Dream Resort è la scelta perfetta.
Niente stress, niente pensieri: qui non devi preoccuparti di far da mangiare ogni giorno, né di sistemare la camera.
Io l'ho vissuto a fine maggio e posso dirti che tutto qui è pensato per regalarti una vacanza senza pensieri, dove l'unica decisione difficile sarà se goderti la colazione al tavolo o all'alba sui tetti del dammuso fronte mare, con quel misto di brezza salmastra e profumo di capperi che solo Pantelleria sa regalare.
Non è il solito resort affollato e impersonale, ma un rifugio di charme dove i dammusi, le iconiche abitazioni pantesche in pietra lavica, sono stati trasformati in sistemazioni semplici e spaziose, ognuna con il suo patio privato affacciato sul mare.
Ogni mattina troverai la camera come nuova, con lenzuola fresche e asciugamani profumati di sole, pronti per un nuovo giorno di avventure sull'isola.

Il vero lusso? Non dover pensare a nulla.
A colazione basta seguire il profumo delle brioches appena sfornate per trovare la tavola imbandita con specialità locali e torte fatte in casa. A pranzo, il lounge bar serve piatti veloci ma ricercati, mentre a cena l'Acquamore, il ristorante firmato dallo chef Pietro Mangani, propone una cucina raffinata e contemporanea. Qui la tradizione pantesca viene reinterpretata con ingredienti locali e materie prime di eccellenza, per un’esperienza enogastronomica che merita il viaggio. E se vorrai stupire chi ami, organizza una cena romantica sul tuo terrazzo privato, lo staff effettua anche il servizio in camera.
Dopo tanta bellezza, la tentazione di abbandonarsi al dolce far nulla è forte. La piscina a sfioro, sospesa tra cielo e mare, invita a lunghe ore di relax, mentre il servizio di concierge, attento ma mai invadente, trasforma ogni tuo desiderio in realtà: un'escursione in barca al tramonto, una degustazione di vini in cantina, o il segreto per trovare la caletta più solitaria.
Cesare, Lorenzo e Giampiero ti fanno sentire come a casa, ti chiamano per nome e si prendono cura di ogni dettaglio, con professionalità ma anche con tanta umanità, pronti a coccolarti e a consigliarti i segreti dell’isola con la stessa cura con cui ti servirebbero un bicchiere di Passito.
E il bello? Puoi vivere tutto questo con un vantaggio in più.
Se prenoti il Pantelleria Dream Resort tramite Flaïa con il codice promo DREAMERSFLAIA, avrai non solo uno sconto sul soggiorno, ma benefit esclusivi durante il tuo stay e un regalo a sorpresa in perfetto stile Flaïa che ti aspetterà al tuo rientro a casa.
Perché Pantelleria è selvaggia, sì, ma qui puoi viverla senza rinunciare a niente: il vento tra i capelli e il lusso discreto di un resort che sembra fatto su misura per te.
Informazioni da conoscere prima di visitare l’isola
Pantelleria è di fatto la parte emersa di un vulcano che si trova a circa un migliaio di metri in profondità, sul margine settentrionale del complesso tettonico del Canale di Sicilia.
Il centro abitato più importante è Pantelleria, capoluogo e cuore pulsante di tutta l’isola, dove si trova anche il Castello di Barbacane, uno dei pochi monumenti non distrutti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
C’è poi Khamma, un bellissimo paese in cui il tempo sembra essersi fermato, caratterizzato dall’intreccio di vicoli, piazzette e tortuosi saliscendi.
Infine, il piccolo borghetto di Scauri, le cui origini risalgono all’epoca romana e che in passato era uno snodo di commercio con l’Africa. Per me Scauri rimarrà sempre il paese da cui ho visto uno dei tramonti più romantici di tutta Pantelleria.


La storia di Pantelleria
Si sa molto poco sui primi abitanti dell’isola, i Sesioti, che si stabilirono qui circa 5.000 anni fa. L’origine del loro nome è sconosciuta, ma sappiamo che erano cacciatori e agricoltori.
I Sesioti estraevano l’ossidiana, una roccia vulcanica nera e lucida, per produrre utensili e coltelli. Tuttavia, con l’avvento dei metalli e il conseguente tracollo economico, i Sesioti scomparvero improvvisamente. Un’altra teoria suggerisce che furono vittime di un’epidemia scoppiata dopo una guerra.
Anche le informazioni sulle costruzioni sepolcrali, i sesi, sono frammentarie. Si stima che a Pantelleria ne costruirono circa un centinaio.
Queste strutture megalitiche a forma di tronco di cono ricordano i nuraghi sardi, ma a differenza di questi, non sono cavi all’interno. Sono infatti riempiti di pietre, essendo destinati a scopi funerari.
Dove è possibile vedere queste strutture sull’isola? L’unico sese integro è il Sese Grande o Sese del Re, che, secondo le leggende, ospitava i defunti della famiglia più importante della comunità.
Prima di lasciarti alla mia guida di viaggio su Pantelleria, c'è ancora una cosa che voglio raccontarti. Oltre al tipico dammuso, l'isola vanta un'altra costruzione caratteristica: il giardino pantesco. Questo giardino, di forma cilindrica e realizzato in pietra a secco, circonda gli alberi di agrumi, proteggendoli dal freddo invernale e dal vento.
Cosa fare e vedere a Pantelleria
Pantelleria, chiamata dagli arabi "Bent-al-Ryion", ovvero figlia del vento, è un’isola dall’aspetto selvaggio tra Sicilia e Africa, con un mare che toglie il fiato e il Maestrale e lo Scirocco che soffiano imperterriti ogni giorno.
A caratterizzarla ci sono anche la forza e l’impegno dei suoi abitanti, che negli anni hanno lavorato la terra per sostenersi, e si sono avvalsi dei terrazzamenti per proteggere le vigne dal vento.
Il vino più rinomato dell’isola è il Passito, soprannominato “Nettare degli Dei”, ricavato dai vitigni di Zibibbo (dall'arabo zebib=uva passa), potati per “strisciare” sul terreno e resistere al clima.
Leggenda vuole che la dea Tanit, per conquistare Apollo, del quale si era invaghita, finse di essere una coppiera degli Dei per sostituire l’ambrosia (bevanda dell’Olimpo) con il mosto delle vigne dell’Isola di Pantelleria, facendo breccia nel cuore di Apollo.
Nonostante le difficoltà, i suoi abitanti non si sono mai arresi e con impegno hanno fatto fronte alle difficoltà, disponendo i vitigni (che hanno la forma di piccoli alberelli) nelle conche dei terrazzamenti, per far loro assorbire quanta più acqua possibile. Una risorsa estremamente scarsa a Pantelleria, visto che non piove quasi mai.
E allora… com'è possibile che un’isola vulcanica come Pantelleria sia così verde?
Sembra una contraddizione, eppure è grazie ai muretti a secco che l’isola mantiene il suo verde. Questi muretti trattengono preziose gocce di umidità nel terreno, che permettono una sorta di irrigazione naturale.
Sai che se tutti i muretti a secco della piana fossero messi in fila, formerebbero un percorso lungo oltre 12.000 km? Non è un caso infatti che la potatura dell’isola abbia ottenuto per prima il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità.

Per goderti Pantelleria ti devi perdere nell’entroterra, ma al tempo stesso dovresti viverla dal mare, perché ha tutto un altro sapore. Non ci sono spiagge dorate, né rassicuranti stabilimenti balneari, ma solo scogli e piattaforme in cemento. Se proprio vogliamo essere sinceri, uno "stabilimento balneare" c'è e si chiama Lido Shurhuq. Ad ogni modo accessi via mare non sono sempre agevoli, ma sono proprio queste caratteristiche di “isola non facile e selvaggia” a renderla unica e la natura qui è in assoluto protagonista.

È un piacere immergersi nelle sue acque profonde, fare il bagno in solitaria in mezzo al mare: una sensazione di assoluto relax e di pace.
Ci sono due modi per esplorare Pantelleria in barca: noleggiare un gommone e guidarlo in autonomia, oppure lasciarsi condurre da uno skipper professionista.
Se mi conosci sai già qual è stata la mia scelta e devo ringraziare Angelo di Noleggio Gommoni Pantelleria e il “nostro” skipper Mario per l’esperienza meravigliosa che ci ha fatto vivere. Io e Marco ne eravamo entusiasti!



Quali sono le calette più belle di Pantelleria?
Cala Levante: una caletta con facile accesso al mare, che si raggiunge a piedi in pochi minuti dal parcheggio. In prossimità si trova il ristorante Le Cale che ti consiglio non per pranzo ma per una merenda a base di delizioso gelato al pistacchio. A breve distanza da Cala Levante si trova Cala Tramontana, un po’ più larga e spaziosa.
Cala Gadir: piccolo borghetto di pescatori anche qui con un facile accesso al mare. Il suo nome, di origine araba, si può tradurre in "conca d'acqua". Ci sono, infatti, due vasche scavate nella roccia dove la temperatura raggiunge i 55°. Sai che a Gadir c’è anche la dimora di Armani? Vale la pena un giretto!
Cala del Bue Marino: una caletta rocciosa adatta alle famiglie, visti gli scogli piatti per potersi distendere e la breve scalinata per arrivarci. L’accesso al mare è piuttosto semplice, un motivo in più per sceglierla una seconda volta!


- Baia di Cala Nikà: una caletta davvero meravigliosa, che abbiamo raggiunto in barca la prima volta nuotando fino alle grotte e la seconda a piedi. Per arrivare a Cala Nikà si percorre un sentiero fino alla baia e, una volta giunti al parcheggio e superato il primo dammuso, si lascia la strada principale scendendo alcuni gradini per poi continuare a camminare sul sentiero, che sul finale è però esposto. Un tragitto che non si addice ad anziani o bambini, ma impegnativo in realtà per chiunque. Una volta arrivati, però, si viene ripagati degli sforzi fatti. A metà mattina la cala si illumina tutta, regalando uno spettacolo unico in cui il mare si tinge di mille sfumature. Davvero imperdibile! C’è ancora una cosa che devi sapere su Cala Nikà prima di immergerti nelle sue acque. Le correnti hanno temperature diverse e il motivo è la fuoriuscita di calore dalle rocce, un fenomeno vulcanico particolarmente suggestivo, che potrai vedere indossando la maschera.


A Pantelleria, prima di decidere dove andare al mare, si devono considerare due aspetti: la direzione in cui soffia il vento e la zona in cui si trovano le meduse, che purtroppo sono una presenza costante su tutta l’isola.
Per evitare che la tua giornata di mare sia compromessa, ti consiglio di seguire il profilo Instagram IG Pantelleria di Francesco Gabriele, che ogni giorno condivide info utili sulle migliori calette in cui andare. Un altro profilo interessante è quello di Pantelleria Experience, per scoprire quali sono le esperienze più belle da vivere sull’isola.
Cosa vedere a Pantelleria
Pantelleria mi ha stupita per tutta la vacanza, dandomi l’occasione di meravigliarmi ogni giorno dinanzi alla sua immensa bellezza e particolarità.
Come quando mi sono ritrovata di fronte all’arco dell’elefante, la più nota attrazione naturalistica di Pantelleria, un faraglione che ricorda per forma la proboscide di un elefante ricurva in acqua.

C’è poi il laghetto di acqua salata delle Ondine che viene alimentato dal mare quando soffia il Maestrale. Per raggiungerlo occorrono all’incirca 10/15 minuti a piedi, ma fai attenzione a non scegliere le ore più calde, perché il sentiero è tutto al sole. Evita di andarci quando non c’è vento, perché l’acqua è stagnante e l’odore, come puoi immaginare, non è certamente piacevole. Col vento invece sono le onde a costituire un vero e proprio pericolo, si rischia di essere sballottati a destra e sinistra e di farsi male.
Nonostante le premesse, è un luogo da non perdere a Pantelleria per i panorami davvero wow che potrai ammirare lungo il percorso.


Anche la Grotta di Sataria merita una visita! Si raggiunge con una scalinata in circa cinque minuti a piedi. L’accesso è facile ma conviene arrivare presto per sistemarsi nella piattaforma che fuoriesce dalla grotta ed evitare così l’odore sgradevole che proviene da là sotto.
Acqua fresca, pulita e quel giorno siamo stati fortunati e non abbiamo incontrato nessuna medusa!


L’itinerario alla scoperta di Pantelleria è solo all’inizio e continua con il Lago Specchio di Venere, un lago balneabile che è in realtà il cratere spento di un antico vulcano, le cui acque sono calde e di un colore che va dal verde chiaro al turchese più intenso.

Il fondale è ricoperto di fanghi termali ma c’è solamente un punto in cui si possono fare i veri fanghi: di fronte al dammuso in foto. Qui occorre un piccolo chiarimento: i veri fanghi sono neri, non gialli e hanno una consistenza pomatosa.
Quindi fai attenzione e non spalmarti i primi che trovi o finiresti per metterti solo melma addosso, senza trarne alcun beneficio.
Un altro consiglio che mi sento di darti è quello di non indossare costumi ai quali tieni particolarmente perché un minimo si rovinano e tendono a schiarirsi, anche dopo diversi lavaggi.
Infine ricorda che le acque termali sono ricche di zolfo e reagiscono con l’argento, causando un’ accelerazione del processo di ossidazione, quindi rimuovi tutti i gioielli in argento prima di immergerti nei fanghi e nell’acqua termale o rischi di ritrovarli neri, proprio come è successo a mia mamma.


Hai mai sentito parlare della Piana di Ghirlanda?
Considerata il giardino di Pantelleria, è il luogo dove si coltivano i capperi dell’isola, gli unici a ottenere il riconoscimento I.G.P. per la loro altissima qualità. I fiori di questi capperi sbocciano tra fine maggio e inizio settembre, offrendo uno spettacolo incantevole.
La piana è l'ultimo tratto del pavimento della caldera di antichi vulcani, e la sua posizione e dislivello creano forti escursioni termiche tra giorno e notte.
Ed è grazie ai muretti a secco, presenti anche nella piana di Ghirlanda, che le vigne ad alberello di Passito trovano terreno fertile per crescere.
Per un tramonto indimenticabile, ti consiglio di andare a Coste Ghirlanda, una location suggestiva con una vista ideale per l’aperitivo. Tuttavia, non posso dire lo stesso per la cena, che ci ha particolarmente deluso!


Proseguendo nell’itinerario, anche la Grotta di Benikulà vale una visita: una vera e propria sauna naturale, i cui vapori raggiungono i 40 gradi. Dal parcheggio ci vogliono circa venti minuti di camminata, nulla di particolarmente impegnativo!


Infine, il Castello del Barbacane, una delle opere architettoniche più antiche di tutta l’isola, che vede la presenza di rocce vulcaniche nelle sue mura e si trova in posizione strategica e dominante sul centro cittadino, all’imboccatura del vecchio porto di Pantelleria.
Noi lo abbiamo visto solo da fuori ma nel periodo estivo il castello è aperto tutte le sere dalle 18:30 alle 23:00 e l’ingresso è gratuito. Perché non approfittarne?


Escursioni consigliate a Pantelleria: Montagna Grande e bosco delle fate
Perché se è vero che Pantelleria va vissuta (almeno in parte) dal mare, anche il suo entroterra è particolarmente affascinante, parola di Giuli!
Tra le escursioni più belle c’è sicuramente quella che abbiamo fatto alla Montagna Grande con una guida esperta del Parco Nazionale dell’Isola di Pantelleria.
Ci siamo affidati a Denny dell’Azienda Agricola Almanza e a Battista (la guida) che ci hanno condotti fino alle pendici del vulcano Cuddia di Mida, da cui si ammira un panorama incantevole, che si estende fino al mare. È un cono vulcanico dal bordo circolare in cui sono cresciuti inaspettatamente dei pini, nonostante i caldi vapori che fuoriescono.
A breve distanza c’è il Monte Gibele, uno dei vulcani meglio conservati dell’isola, ricoperto da fitti boschi e dai vivaci colori della ginestra selvatica e dell’erica. Se vuoi un consiglio in stile Flaïa, sali un’ora prima del ritrovo per goderti il paesaggio, che pare sospeso nel vuoto. Alla mattina presto il Monte Gibele è nascosto da una coltre di nuvole ma dopo alcuni minuti fa la sua comparsa e lo spettacolo è assicurato.


La nostra escursione è proseguita nel bosco delle fate, chiamato così perché di solito in agosto si riempie di centinaia di farfalle, “le ninfe del corbezzolo” che sono le più grandi del Mediterraneo e volando creano un’atmosfera particolarmente suggestiva.
In realtà c’è un altro motivo da cui potrebbe derivare il nome, riconducibile questa volta al dialetto pantesco. Quando una casa era infestata da spiriti si chiamava “casa enfatata” e il bosco delle fate va immaginato pieno di spiriti e misterioso, quindi di fate.
Nelle vicinanze si trova la "Grotta dei Briganti", che un tempo era un rifugio per giovani che si erano rifiutati di prestare servizio militare durante l'Unità d'Italia. Questi giovani, considerati briganti, spiegherebbero il nome della grotta.


Esperienze da vivere a Pantelleria
Esplorare Pantelleria significa anche conoscere le sue tradizioni, come quella contadina, che si traduce nel grande lavoro di coltivazione del cappero. A questo proposito, un’esperienza da vivere sull’isola è sicuramente la visita del Museo del Cappero, una scoperta interessante per fare un salto nel passato.
Noi abbiamo fatto una visita guidata di gruppo con degustazione, scoprendo così la storia del cappero di Pantelleria, le fasi della sua coltivazione e gli oggetti utilizzati.
Visitando la sala interna si vedono i vari tipi di capperi ed è bellissimo annusarne il profumo, per capire la differenza con quelli provenienti dagli altri paesi.


Pantelleria è un’isola selvaggia, che si fa conoscere un passo alla volta da occhi curiosi che sono disposti a capirla in tutte le sue mille sfaccettature.
Se è vero che “Pantelleria o la ami, o la odi” allora vuol dire che io di quest’isola me ne sono proprio innamorata, tanto da volerci ritornare.
Perché più la esplori, più vuoi farci amicizia, e quei limiti di cui tutti parlano ne sono la vera essenza.
Così austera, ma così dannatamente bella!
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