“Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura”
— L’infinito, Giacomo Leopardi
Scoprire le Marche dai versi di Giacomo Leopardi significa viaggiare nel tempo, immaginarlo mentre guarda l’orizzonte che si apre dinanzi ai suoi occhi dal Monte Tabor, a Recanati. Un piccolo borgo arroccato sulle colline, circondato da un panorama mozzafiato, che ha ispirato i versi di uno dei poeti più celebri della letteratura italiana, e che merita di essere incluso in un itinerario di viaggio alla scoperta delle Marche.
Come Leopardi trovava conforto e riflessione nella quiete della sua terra, così ogni viaggiatore oggi può viverne la bellezza e ritrovarsi, esplorando borghi poco conosciuti e città, percorrendo strade di campagna e cogliendo nel fascino di questa terra un’Italia autentica, ricca di storia e tradizioni, ma anche di paesaggi che sembrano dipinti.
Il mio racconto vuole essere per te un compagno di viaggio affidabile e poetico, che ti conduce alla scoperta di paesi da cartolina, castelli e panorami infiniti, ma anche sapori deliziosi che incarnano antiche tradizioni del passato.
I borghi da visitare nelle Marche
Mondolfo
Lo senti il suono delle campane che da secoli risuona in centro storico? Ti stai per immergere in un paesaggio dove arte e natura si intrecciano in un connubio perfetto.
Iniziamo il viaggio da Mondolfo, piccolo borgo tra i più belli d’Italia, ancora poco conosciuto e caratterizzato da una doppia cinta muraria.
Passeggiando tra i suoi vicoli ti sembrerà di essere in un museo a cielo aperto, vista la presenza di murales pressoché ovunque. Ma a renderlo famoso non sono i muri dipinti, quanto le campane in bronzo di epoca seicentesca sopra l’ex ufficio delle poste, che un tempo scandivano l’arrivo dei sacchi con la corriera a cavalli, annunciando così la consegna della corrispondenza. Oggi le campane continuano a suonare ogni giorno alle 11, alle 12 e alle 18, in estate anche alle 21:30, per tener viva questa antica usanza.
Corinaldo
Spostandosi nell’entroterra di Senigallia incontriamo Corinaldo, borgo che sorge sulla sommità di un colle, sulla riva sinistra del fiume Nevola. Considerato tra i borghi più belli d’Italia e insignito della bandiera arancione, è Destinazione Turistica d’Eccellenza Europea. Anche se ai miei occhi è un borgo un po’ troppo conosciuto, ammetto che è davvero molto bello.
Il borgo dei matti
Il paese è soprannominato “il borgo dei matti” per alcune storie che hanno come protagonisti i suoi abitanti, tra questi il ciabattino Scuretto, che spendeva i suoi risparmi nelle osterie di paese e anche quelli del figlio, che li inviava al padre per la costruzione della futura casa.
Si racconta che il figlio, sempre più insospettito dalla mancanza di aggiornamenti sui lavori, avesse richiesto una foto dell’abitazione e che in risposta Scuretto gli avesse mandato una foto di lui affacciato da una delle finestre di casa. In realtà, aveva fatto erigere solo la facciata col numero civico per rendere la menzogna ancor più reale. Nonostante l’abile tentativo, l’inganno non riuscì a convincere il figlio.
Prestando attenzione alla scalinata del pozzo, noterai la facciata della casa incompleta e le finestre vuote rivolte verso la campagna marchigiana.
Un’altra storia piuttosto conosciuta in paese è legata al Pozzo della Polenta. Si narra che un contadino, mentre faceva ritorno a casa con un sacco pesante di polenta sulle spalle, sentendosi esausto, si fermò vicino a un pozzo per riposare.
Era talmente stanco che si addormentò e al risveglio, accorgendosi che il sacco era caduto nel pozzo, si calò per riprenderlo ma da quel momento nessuno lo vide più. Per gli abitanti di Corinaldo il contadino rimase nel pozzo per il resto della sua vita, nutrendosi di polenta pur di non sprecarla.
Il centro storico di Corinaldo
Dall'aspetto medievale, il paese è un susseguirsi di strette vie, case in laterizio e scorci caratteristici, tra cui quello di Piaggia, detto anche “Cento Scale”, in salita fino a Piazza del Terreno, sulla sommità del colle. Sai che le mura di Corinaldo sono le più imponenti della regione? In centro ti suggerisco poi di visitare la casa natale di Santa Maria Goretti, che qui nacque nel 1980, per poi trasferirsi a Roma con la famiglia.
Il borgo è luogo di celebrazione di eventi, come la rassegna Corinaldo Jazz, organizzata ogni anno la prima settimana di agosto, e La Festa delle Streghe, a cui ho partecipato quando ho conosciuto Marco.
Un evento unico in cui si entra in un mondo oscuro con fattucchiere, mele stregate, trampolieri e cartomanti, che si snoda tra Porta Nova e la scalinata del Pozzo della Polenta. Il paese prende vita e la musica si diffonde nell’aria. Ma è quando si fa sera che l’atmosfera si tinge di magia con fasci di luce colorata che illuminano i partecipanti con scheletri e teschi che vengono proiettati sulle facciate dei palazzi. Nelle vie del centro fanno la loro comparsa zucche intagliate, ragnatele e creature dall’aspetto mostruoso.
Sirolo
Se durante l’estate il borgo è popolato di turisti, è fuori stagione che il paese regala scorci incantati e decisamente poco affollati.
Immaginalo come un antico castello medievale immerso nel verde del Parco Naturale del Conero, che si affaccia su alcune delle spiagge più belle delle Marche.
Per viverne il fascino potresti fermarti al ristorante Officina, una location meravigliosa, così come il suo “cestino” del pane, o ancor meglio al Clandestino alla baia di Portonovo, tra i ristoranti più belli e suggestivi in Italia, chiamato dagli habitué al “Clande”.
Una location semplice, accogliente e rilassante, dalle tonalità bianche e azzurre riprese anche dalle divise dei camerieri, che mai sono invadenti e ti fanno subito sentire a casa, in un ambiente informale che si contraddistingue per l’eccellente qualità delle portate.
Il ristorante è la seconda casa dello chef Moreno Cedroni e la creatività, l’innovazione, la minuziosa cura nella preparazione dei piatti sono il frutto del suo lavoro. Il menù cambia a seconda della stagione, facendoti vivere un viaggio nei sapori sempre diverso.
Ma non sono solamente questi i motivi per cui dovresti fermarti al Clandestino. Ci sono la vista sul mare con le sue acque cristalline, la vegetazione e la bellezza di un luogo difficile da raccontare a parole, ma incantevole da vivere.
L’emblema di una regione di cui ci si innamora ogni volta di più e in cui si ha il desiderio di ritornare, per conoscerla meglio.
Tolentino
Il viaggio alla scoperta delle Marche continua con Tolentino, un borgo incantevole che vale assolutamente una visita, nonostante porti ancora i segni del terremoto del 2016.
Per un'esperienza gourmet in pieno stile Flaïa, ti consiglio una tappa all'Osteria Ime, il ristorante della talentuosa chef albanese Entiana Osmenzena, situato proprio in paese.
I piatti sono il frutto della sua esperienza in giro per il mondo e sono raccolti in quattro menù degustazione: carne, pesce, vegetariano e misto.
Un locale intimo con soli 18 coperti, a mio avviso il valore aggiunto dell’osteria.
* Aperto solo a cena (escluso domenica e lunedì).
Per un pranzo veloce ti suggerisco Alimentari Fioretti con i suoi panini e taglieri, o panetteria Luciana con i panini al cioccolato, preparati come li facevano tanti anni fa le nonne, tagliandolo a fette col coltello.
Fabriano
La città della carta, delle arti e dei mestieri. Un’attività nata nel 1200 circa da abili artigiani, che potrai approfondire prenotando una visita guidata (con anticipo mi raccomando) al Museo della Carta e della Filigrana nell’Ex Convento di San Domenico.
È stato bello scoprire le tappe della storia della carta, dall’arrivo e stoccaggio degli stracci in “monte” alla spedizione delle balle in Italia e in Europa.
Ascoltando la guida sono venuta a conoscenza dei laboratori didattici che organizzano per insegnare i vari passaggi per realizzare un foglio di carta.
Dopo questa interessante visita, recati in Piazza del Comune e ammira il loggiato di San Francesco e la Fontana Sturinalto, fermandoti a Caffè Storelli, un locale storico che ha il pregio di aver conservato al suo interno un’atmosfera d’altri tempi.
Per pranzo, invece, l’Osteria San Biagio, un'osteria moderna che offre piatti particolari basati su prodotti freschi, con un menù che cambia regolarmente e propone poche ma deliziose opzioni di alta qualità.
Genga, il tempio del Valadier e le grotte di Frasassi
Il fascino del tempio del Valadier è indiscusso, dal vivo ancora di più che in foto, per questo è un must da vedere assolutamente. E poi c’è l’abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse, che purtroppo non abbiamo visto, una delle più importanti testimonianze dell’architettura romanica nelle Marche, insieme al Santuario di Santa Maria Infra Saxa e Madonna di Frasassi, nella Grotta della Beata Vergine nella Gola di Frasassi.
Un luogo suggestivo, voluto da Papa Leone XII su progetto di Giuseppe Valadier, incastonato nel cuore roccioso della Gola della Rossa.
Il santuario in pianta ottagonale e in stile neoclassico racchiude importanti tesori, quali la Madonna col bambino che proviene dalla bottega di Antonio Canova, il trittico di Antonio da Fabriano e la copia della Venere di Frasassi.
A breve distanza il grazioso paesino di Genga, un piccolo castello sulla roccia ancora poco conosciuto, che ha dato i natali a Papa Leone XII. Una vera e propria chicca!
Recanati
Inerpicata sul Monte Tabor, l’ermo colle dell’infinito di Leopardi, Recanati è un borgo circondato dalle colline maceratesi a 293 m s.l.m., da cui potrai ammirare anche i monti della Dalmazia, il Monte Conero e le Cime degli Appennini nelle giornate limpide.
Come potrei non consigliarti la casa museo di Giacomo Leopardi? Pensa che la biblioteca custodisce più di 20mila volumi, un patrimonio dal valore inestimabile, che è stato il conte Monaldo Leopardi a raccogliere negli anni per la formazione dei suoi tre figli.
Arcevia
Un altro borgo da visitare nelle Marche è quello di Arcevia, punto di inizio dell’anello dei nove castelli, un itinerario particolarmente suggestivo tra i colli e le fortezze medievali in zona: Avacelli, Castiglioni, Caudino, Montale, Piticchio, Loretello, Nidastore, San Pietro in Musio, Palazzo.
Il Castello di Loretello è molto piccolo e potrai visitarlo in 15 minuti. Sai che è soprannominato il castello dell’amore? Si racconta abbia fatto innamorare svariate persone. Realtà o leggenda? Lasciamo spazio all’immaginazione.
Noi siamo arrivati per pranzo, sostando al Bar Giallo nella piazzetta principale del paese, che serve piatti semplici come taglieri e crostini, a prezzi non propriamente economici, ma del resto è l’unico presente a Loretello.
Per continuare a scoprire gli aneddoti e le storie del borgo ti consiglio di vedere il museo della civiltà contadina. Tra i castelli più suggestivi e ben conservati c’è poi quello di Piticchio.
Infine, Macerata, città che merita una giornata intera e che purtroppo abbiamo visto solamente di sera, ma davvero graziosa. Il centro è un saliscendi di vicoli, sentieri e scalette. Noi abbiamo cenato al ristorante “Signore te ne ringrazi”, assaggiando i Frascarelli, uno dei piatti più poveri della cucina marchigiana. Se a pranzo il menù è a degustazione, è a cena che il servizio è da osteria, con piatti da scegliere alla carta.
Le Marche sono un territorio che ti conquista a passo lento e sorprende con la sua bellezza, tra borghi antichi, affascinanti castelli e poesie. É un viaggio che non ti dimenticherai facilmente, per questo non ti resta che viverlo.
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