"La brezza leggera che mi spettina i capelli, tra un’escursione in bicicletta lungo la Rilke Promenade, e il percorso tra gli ulivi al castello di Arco, che domina imponente la vallata. Un fine settimana di esplorazione, che per me è stato un vero e proprio salto, in un passato d’altri tempi, fatto di antiche tradizioni e storie avvincenti da ascoltare."
Arco è un borgo pittoresco in altura, nei pressi del lago di Garda, che ha fatto dello sport e dell’arrampicata la sua fama.
Hai mai sentito parlare di Rock Master? Una competizione prestigiosa, che vede ogni anno in sfida atleti provenienti da tutto il mondo.
Non è stato però lo sport a condurmi qui, quanto il desiderio di assoluto relax che nutrivo da tempo, esattamente ciò che ho trovato nella struttura in stile Flaïa che mi ha ospitato.
Il Monastero Arx Vivendi, immerso in un’atmosfera di tranquillità e charme, a due passi dal centro del borgo, ha reso il mio fine settimana una fuga perfetta dalla frenesia quotidiana, offrendomi un rifugio accogliente e suggestivo, in cui ogni dettaglio ha contribuito a creare un’esperienza veramente speciale. Inoltre, è stato il punto di partenza perfetto per esplorare Arco e i suoi dintorni.
Ma prima di raccontarti cosa vedere, voglio condividere con te le radici e la storia del paese, che ne hanno plasmato il carattere fino ai giorni nostri.
La storia di Arco: un mondo di scoperte e avventure
Ed è proprio questa la sensazione che mi ha trasmesso Arco, quando mi sono ritrovata, incuriosita, a camminare tra i suoi vicoli.
Un mix di culture ed epoche differenti, che ha trovato nel racconto dei suoi abitanti un’ulteriore continuità. Storie avvincenti che avrei ascoltato per giornate intere, se solo questo fosse stato possibile, ma il tempo, si sa, a volte è tiranno.
Ho però accolto con interesse le varie interpretazioni sull’origine del nome, che mi sono state riportate da chi questo paese l’ha vissuto per davvero.
Se per alcuni il legame era con la parola latina “Arx” ovvero rocca, in riferimento al castello che maestoso domina il borgo, per altri l’associazione era con la particolare disposizione ad arco delle case in centro storico.
Quale sarà la verità? Non è dato saperlo, ma è comunque uno dei misteri che rendono Arco un borgo così affascinante, lasciando spazio all’immaginazione.
La storia di Arco va ben oltre il semplice nome, come ho avuto modo di scoprire mentre percorrevo le sue strade acciottolate e ne ammiravo i maestosi palazzi.
Dalle imponenti rovine del castello, che ancora evocano il suo passato come fortezza medievale, governata con fermezza dai Conti di Arco, fino all’eleganza rinascimentale degli edifici.
Una testimonianza importante del suo periodo di massimo prestigio, che ha visto il fiorire di arti e cultura, grazie alla visione illuminata di Nicolò d’Arco, rendendo il borgo un vivace centro frequentato da intellettuali e personalità illustri dell’epoca.
Eppure, ciò che mi ha davvero affascinata, è stato il coraggio dei suoi abitanti.
Contadini, artigiani e borghesi che si unirono, guidati dal desiderio d’indipendenza, per creare uno statuto di paese, gettando le basi per una comunità forte e solidale.
Ma Arco non è solo storia antica, nel corso dei secoli ha saputo reinventarsi, trasformandosi da roccaforte medievale a luogo di villeggiatura, affascinando nobili e borghesi.
Le mura cittadine hanno così lasciato spazio a viali alberati e lussuose residenze, come Villa Angerer, testimone di un’epoca ormai tramontata. La storia di questo borgo è l’emblema dell’ingegno umano e della sua capacità di adattarsi e prosperare nel tempo.
Cosa vedere ad Arco: un itinerario tra palazzi affrescati e vicoli nobiliari
Arco non ha mai smesso di stupirmi ed è incredibile pensare a tutte le emozioni che ho provato in così pochi giorni, chissà se fossi rimasta per un’intera settimana!
Le tracce dell’Impero Austro-Ungarico
Una nuova giornata è iniziata, passeggiando per Via delle Palme. Dinanzi a me i fasti dell’Impero Austro-Ungarico, in quello che un tempo era il casinò frequentato dai ricchi borghesi. Anche l’aria sembra essere impregnata di storia, quasi ad avvolgermi in un passato ricco di eleganza e opulenza. In sottofondo, il leggero fruscio delle palme, che mi accompagna in questa giornata di scoperta. La premessa è entusiasmante!
Vengo a scoprire che, tra le personalità che hanno fatto visita ad Arco nel 1889, vi è il nome dell’Imperatrice Elisabetta, meglio conosciuta come Sissi.
Puoi immaginare la mia espressione stupita ed entusiasta, considerando le tante volte che ho guardato i film in cui Sissi era la protagonista, interpretata da Romy Schneider.
Ed è proprio l’ex casinò, che oggi ospita congressi e manifestazioni, a essere il testimone di quei giorni di gloria, mantenendo intatte le sue stanze, dalla veranda al salone delle feste.
Sono sempre stata un’attenta osservatrice, nella vita come a scuola, e devo ammettere che, nonostante Arco mi abbia messo alla prova, con tutte le sue vicissitudini, non ho potuto fare a meno di notare dettagli come il mappamondo e la colonnina dei venti.
All’epoca fornivano preziose informazioni sulle condizioni meteorologiche, ora invece sono il simbolo di un’eleganza senza tempo.
Il dominio dei Conti d’Arco
Il viaggio nella storia continua nella vivace Piazza III Novembre, fulcro degli avvenimenti che hanno plasmato la città nel corso degli anni. Al centro, la fontana del Mosè, costruita nel Seicento e decorata con lo stemma della famiglia d’Arco.
Se solo i muri dei palazzi potessero parlare, chissà quante storie avrebbero da raccontare.
Sarebbe curioso poterli ascoltare, non trovi?
A proposito di palazzi, da non perdere la visita a Palazzo Nuovo, noto come “Giuliani Marcabruni”, restaurato dall’omonima famiglia e oggi sede dell’Archivio Storico Comunale.
Continuo a camminare con il naso all’insù, alla ricerca di altri particolari che potrebbero essermi sfuggiti. Arrivo a Palazzo del Termine, una dimora risalente al Quattrocento, affrescata nel cortile interno dal maestro Dioniso Bonmartini di Angrone.
Proseguendo, raggiungo il suggestivo Palazzo Marchetti, con i suoi camini stravaganti e la caratteristica fascia sottogronda risalente al Cinquecento.
Prima di addentrarmi nel quartiere Stranfora, continuando così il mio itinerario, non posso che scattare qualche foto ricordo.
Dal capitello di Sant’Antonio lungo Via Ferrera, accompagnata dal cinguettio degli uccellini, a vicolo degli orti, fino al caratteristico vicolo delle lavandaie.
Il quartiere Stranfora
Sono a un passo dal mio quartiere preferito, il cuore antico di Arco, noto come quartiere Stranfora.
Mi ritrovo immersa nei suggestivi vicoli medievali, che si snodano ai piedi della rocca.
Lungo il perimetro del grande lavatoio, anticamente luogo di incontro delle donne per fare il bucato, osservo con curiosità saponette e spazzole, preziosi indizi di un passato che rivive ancora oggi.
In realtà, il quartiere non si limita al lavatoio: Porta Stranfora, infatti, è l’unica delle quattro porte di Arco a essere rimasta intatta e si erge con i suoi agganci per il ponte levatoio, testimoniando l’antica fortificazione del luogo.
Prima di lasciare il quartiere, colgo l'occasione per immortalare uno dei tanti scorci incantevoli sulla vallata, offerti dagli archi medievali. L'atmosfera che si respira è un mix di storia e natura, che mi catapulta in un passato ricco di tradizioni e di indiscusso fascino.
Il Castello di Arco, la roccaforte tra gli ulivi
Il Castello di Arco si erge su una rupe rocciosa e domina maestoso l’intera vallata, talmente imponente da lasciarmi letteralmente senza parole. Non è un caso che si noti appena arrivati in paese.
Dapprima fortezza con funzione difensiva, per poi divenire un vero e proprio villaggio fortificato, è stato immortalato nel 1495 dal pittore tedesco Albrecht Durer. Il quadro, intitolato “Fenedier Klawsen” è ora esposto al Louvre di Parigi.
Matthias Burgklechner, funzionario, storico e cartografo, lo definì il castello delle 120 stanze: un innovativo sistema di cisterne e canali di raccolta dell’acqua, edifici residenziali, granai, depositi, forni, officine, mulino e orti.
La curiosità di visitarlo è tanta: sto per lanciarmi in una nuova avventura, questa volta in sella alla bicicletta che ho noleggiato da Bike Giuliani, negozio fornitissimo in centro al paese.
La vista da lassù è incredibile, così come il percorso per raggiungere il castello. Un’avventura di per sé, considerando che il sentiero panoramico è in pendenza e ha un dislivello di 120 metri. “Pensa agli ulivi, Giuli”, mi ripeto prima di iniziare la salita (il percorso si snoda tra decine e decine di ulivi).
Per fortuna, ho noleggiato l’E-Bike: in soli 10 minuti sono riuscita a raggiungere il castello, gli ultimi metri invece li ho fatti a piedi.
Per una questione di sicurezza, infatti, è vietato entrare in sella alla bici.
Nonostante abbia impiegato il doppio del tempo a scendere (avevo una discreta paura di ribaltarmi), è un’avventura che ripeterei. Ne vale davvero la pena, credimi!
Prima di addentrarti nelle antiche mura, concediti un momento di relax al bar sottostante. Aperto solo durante l’orario di visita al castello, è un’oasi di tranquillità, in cui rilassarsi godendosi la vista mozzafiato sulla vallata. Per me è stato un momento di puro incanto, un’occasione unica per immergersi nell’atmosfera magica di questo luogo millenario.
Tornando alla visita, all’interno del castello ho percorso il sentiero delle torri, in cui ho potuto ammirare Torre Grande, la torre affrescata della stua, la prigione del sasso e la Torre Renghera (chiamata così per la presa un tempo di una renga, campana, che chiamava a raccolta i cittadini). Infine, ho attraversato il bosco di lecci per raggiungere la Torre di Guardia verso Laghel. Il paesaggio che domina la vallata è semplicemente incantevole, non saprei come altro definirlo.
Capisco molto bene i Conti d’Arco, che erano soliti trascorrere del tempo in mezzo ai boschi, anche se loro catturavano i rapaci, per poi addestrarli alla falconeria.
Rilke Promenade, l’incontro perfetto tra poesia e natura
Ho amato talmente tanto l’esperienza in bicicletta, da volerla replicare appena fuori dal paese di Arco, lungo la Rilke Promenade. Questa passeggiata letteraria è un vero e proprio viaggio nell’anima di Rilke, che si lasciò catturare dalla magia di questi luoghi incantevoli.
Mi sono sentita parte di una storia antica, pedalando all’ombra di alte montagne, avvolta da un’atmosfera carica di poesia e mistero.
Tra i tanti tesori che si possono scoprire lungo il percorso, c’è sicuramente l’Eremo di San Paolo, interessante esempio di arte sacra, a pochi chilometri dal paese. Si può ammirare solamente dall’esterno, a meno che non si prenoti una visita guidata.
Ma anche osservarlo da fuori si rivela essere un’esperienza suggestiva, che suscita curiosità e ammirazione per la maestria dei suoi costruttori. Per raggiungere la Rilke Promenade, non c’è modo migliore di farlo se non in sella a una E-Bike.
Con il vento tra i capelli e la melodia coinvolgente di “Into the Mystic” di Van Morrison nelle orecchie, che evoca un senso di libertà e connessione con la natura, perfetto per un’escursione tra i paesaggi mozzafiato di Arco.
La macchina, anche se comoda, te la sconsiglio in questo contesto, perché si perderebbe tutto il fascino dell’avventura. Ed è proprio questa immersione totale nella natura e nella storia, che rende la Rilke Promenade un’esperienza indimenticabile.
Il fine settimana che ho trascorso ad Arco è stato davvero unico, un mix di emozioni e scoperte, che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mio cuore.
Il Monastero Arx Vivendi è stata la struttura migliore che potessi scegliere, grazie alla sua posizione privilegiata, all’atmosfera unica e alle attenzioni premurose ricevute.
Questa esperienza mi ha fatto riflettere sull’importanza delle piccole strutture gestite privatamente, che hanno come priorità la cura e il benessere degli ospiti. Il Monastero Arx Vivendi incarna perfettamente lo stile e l’attenzione distintiva di Flaïa.
La mia esperienza al Monastero Arx Vivendi
Trascorrere quel weekend al Monastero è stato così piacevole e rigenerante, che mi sembra quasi di riviverlo, nelle parole che sto scrivendo. Dall’attenzione ai dettagli, alla cura di ogni gesto, perché tutto fosse perfetto, esclusivo, personalizzato.
Non un semplice soggiorno ma un’esperienza che ho vissuto con emozione attimo per attimo, come la serata in collaborazione con la Locanda53: esclusiva e intima.
Nei mesi di giugno, luglio e agosto, a venerdì alterni, lo staff della locanda si sposta al Monastero Arx Vivendi, regalando una vera e propria magia di sapori, con accostamenti sfiziosi e inediti, grazie alla preparazione dei piatti da parte di Evelyn
Il venticello della sera mi ha fatto nuovamente compagnia, stavolta durante la cena, avvolgendomi nel silenzio che mi ha riportato alla mente la funzione del Monastero in passato, mentre la luce calda della lampada illuminava il mio tavolino.
Il piatto che ho amato di più?
“Un’emozione di riso” di nome e di fatto: riso acquerello, lievito alimentare e cipolla caramellata. Che delizia!
Altri ristoranti che ti consiglio di provare in zona sono:
- Da Carletto: un locale grazioso, da considerare se hai voglia di una buona pizza in un contesto piacevole, nuovo e curato.
- Aqua: un ristorante vista lago, a dieci minuti dal Monastero, nel paese di Torbole, in una splendida cornice al lago di Garda. Proposte innovative, per un richiamo al lago e al Trentino-Alto Adige, in continua evoluzione.
Se hai voglia di una coccola, il Monastero Arx Vivendi è il luogo perfetto per ritrovare un po’ di pace.
Qui potrai disconnetterti completamente dal mondo, lasciandoti avvolgere da un’atmosfera di profonda quiete, in serenità.
"Ci si innamora di città non ancora visitate e di persone mai incontrate" John Green
Proprio come è successo a me, che di Arco mi sono innamorata perdutamente.
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